Che questo non sia davvero "l'ultimo sguardo all'Eden" per gli Europe, che da quando si sono riformati per il notevole "Start from the dark" non hanno sbagliato un colpo. Se il precedente "Secret Society", pur ottimo, appariva meno fresco e più studiato a tavolino, questo "Last Look at Eden" ci consegna invece una band in forma assolutamente smagliante, smaliziata, mai apparsa nella sua carriera che ormai dura da più di venticinque anni unita come adesso. Gli Europe degli anni 2000 sono innanzitutto la band di John Norum, sublime chitarrista vero asse portante di quasi tutti i pezzi, decisamente l'arma in più del gruppo svedese (non me ne voglia il pur bravo Kee Marcello, che l'aveva sostituito dopo The Final Countdown), e di Joey Tempest, che tira fuori una nuova prestazione vocale maiuscola e con gli anni ha imparato anche a scrivere ottimi testi. Ma non dimentichiamoci ad esempio di Mic Michaeli, gran tastierista che non la reunion e il nuovo corso della band sembrava rimasto un po' in ombra, e che invece con questo disco torna a far sentire la sua fondamentale importanza, anche in canzoni decisamente guitar driven come quasi tutte quelle di Last Look at Eden.
Difficile scegliere dei pezzi superiori agli altri, anche perchè uno dei maggiori pregi del gruppo è la grande abilità di passare da un genere all'altro sempre restando Europe al 100%. E così abbiamo ballad che richiamano i Deep Purple degli esordi (In My Time), contaminazioni con orchestrazioni quasi classiche (No Stone Unturned, forse la mia preferita del disco), brani più classici come la title track alternati a soluzioni più "pesanti", con chitarroni potenti messi ancor più in evidenza dall'ottima produzione, sempre al servizio di ritornelli catchy che si stampano in testa. Un altro pregio: la capacità di unire questa immediatezza a un songwriting maturo che migliora alle mie orecchie ascolto dopo ascolto! Dote rarissima e ancor più apprezzabile in un'epoca che privilegia ascolti sempre più mordi e fuggi.
In conclusione: grandissimo disco, tra i principali candidati a guidare la classifica dei miei preferiti del 2009. E non dimentichiamoci che gli Europe dal vivo sono ancora meglio che su disco... non perdeteveli quindi quando saranno nella nostra penisola, a fine Gennaio! Io me li vedrò nella loro data di Nonantola del 29. Tutti pronti per perdere la voce? :)
Difficile scegliere dei pezzi superiori agli altri, anche perchè uno dei maggiori pregi del gruppo è la grande abilità di passare da un genere all'altro sempre restando Europe al 100%. E così abbiamo ballad che richiamano i Deep Purple degli esordi (In My Time), contaminazioni con orchestrazioni quasi classiche (No Stone Unturned, forse la mia preferita del disco), brani più classici come la title track alternati a soluzioni più "pesanti", con chitarroni potenti messi ancor più in evidenza dall'ottima produzione, sempre al servizio di ritornelli catchy che si stampano in testa. Un altro pregio: la capacità di unire questa immediatezza a un songwriting maturo che migliora alle mie orecchie ascolto dopo ascolto! Dote rarissima e ancor più apprezzabile in un'epoca che privilegia ascolti sempre più mordi e fuggi.
In conclusione: grandissimo disco, tra i principali candidati a guidare la classifica dei miei preferiti del 2009. E non dimentichiamoci che gli Europe dal vivo sono ancora meglio che su disco... non perdeteveli quindi quando saranno nella nostra penisola, a fine Gennaio! Io me li vedrò nella loro data di Nonantola del 29. Tutti pronti per perdere la voce? :)
Il video di Last Look at Eden!
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