domenica 29 marzo 2015

Birdman, il prevedibile successo dell'Uccelluomo

Non ci posso fare nulla, arrivo sempre in ritardo! Tutti i blogger parlavano da mesi di Birdman e io... l'ho visto solo oggi! Questo dopo essermi letto decine e decine di recensioni, il 90% delle quali ne parlavano come di uno dei migliori tre film dell'anno ed il 10% che lo semi-stroncavano come una radical-chiccata di prima categoria. Solitamente a questo punto dico "hanno ragione entrambi", visto che il 99% delle volte la verità sta nel messo, ma in questo caso no. Cazzo, no! Ha ragione il 90%!

Ora parliamoci chiaro, Birdman non è esente da difetti. Non è il film perfetto! Ma esiste un film perfetto? E se esistesse, quante palle ci farebbe? (rispondo io a questa: due) Birdman è pieno di sovrastrutture esagerate, è autocompiacente, a volte pesante nel suo insistere su un montaggio che c'è ma non si vede, ha fin troppi finali e falsi finali che potevano tranquillamente essere evitati. Inarritu è un regista consapevole di essere troppo bravo, quindi da sfoggio delle proprie capacità e - diciamolo - ci sta sul cazzo per questo. 


Il problema è che LO PUO' FARE, lui e pochissimi altri lo possono fare. Come si dice... c'è chi può e chi non può, lui può. Cazzo se può. La sua regia fa venire il mal di testa per quanto è bella, geniale, iperartefatta ma esplicitamente tale! Ma il genio parte da ben prima... Dal casting per esempio. Come si fa a non elogiare Michael Keaton? Michael Keaton E' Birdman, cioè Batman, cioè Birdman... l'attore una volta sulla cresta dell'onda e anche di più che dopo Batman... cosa ha fatto? Herbie il Supermaggiolino, Una Teenager alla Casa Bianca, qualche cameo... Keaton ha ripagato la fiducia datagli offrendo la migliore prestazione della sua carriera (ok, non ci voleva molto), dimostrandosi un attore vero in grado di calarsi in una parte difficile, autoironica ma anche autocritica alla grande, facendoci vedere uno spettro di emozioni maggiore che in tutti gli altri suoi film messi insieme.


Che poi a pensarci bene non è il solo reduce da film supereroistici, anche se è quello più rimasto sotto il personaggio. Edward Norton è stato L'Incredibile Hulk, Emma Stone Gwen Stacy in The Amazing Spiderman, Zach Galifianakis il SUPER DROGATO in Una Notte da Leoni (vale, vero?). 

La trama ormai la sapete tutti, ma riassumendo brevissimamente... Michael Keaton è Riggan Thomson, che una volta ha vissuto il successo vero interpretando il supereroe Birdman ma ora che ha superato i cinquanta è in declino. Le parti che gli vengono offerte sono stupide o di quart'ordine, quindi per rilanciarsi prova la via del teatro, con un adattamento da Raymond Carver scritto diretto ed interpretato da lui stesso. A teatro succederà un po' di tutto, Riggan non resisterà alla pressione e darà di matto, e dietro di lui incomberà sempre l'ombra di Birdman...


Abbiamo detto di Keaton e Inarritu, candidato all'Oscar il primo (scippato?) e vincitore il secondo. Ma candidati sono stati anche Edward Norton (battere J.K. Simmons era impossibile) ed Emma Stone, che è tanto brava, ma sarà sempre più bella che brava perché con quegli occhi come si fa a non amarla? Ma sono bravi tutti... da sottolineare anche la colonna sonora fatta quasi esclusivamente di batteria pseudo-jazz, perfetta.

Negli USA il film è stato vietato ai minori di 17 anni. Perché, non lo capisco.

Voto: ****1/2


5 commenti:

  1. Ahah, bello st'entusiasmo :)

    Sai che io inizio a pensare che l'Oscar dovesse però vincerlo Foxcatcher?
    Non che me ne freghi molto, anzi, niente, ma quel film mi ha colpito da morire

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    Risposte
    1. Foxcatcher ancora lo devo vedere, francamente il film non mi ispira troppo ma Steve Carell....

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  2. Perché il divieto agli under 17?
    Azzardo un'ipotesi
    i teen americani sono in gran maggioranza dei citrulli (non è che qui andiamo tanto meglio) e c'era il rischio che qualcuna/o di loro si buttasse dalla finestra per vedere se volava...

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  3. Io l'ho trovato eccezionale. È vero è pieno di difetti, anche se io la storia dei falsi finali non l'ho patita più di tanto. È uno dei tanti modi per farsi riconoscere di Inarritu ma non mi sono posta il problema di sapere se alla fine vola o si sfracella al suolo, l'ho presa come arte e basta. In più, non mi sembrava troppo importante saperlo.

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