Non è facile fare film per ragazzi, soprattutto se a cartoni animati. Per anni la categoria è stata quasi esclusivamente appannaggio della Disney, che ha avuto vita facile proponendo per la maggior parte storie tratte da classici. Uno dei grandi meriti dei classici cartoni Disney era quello di rimanere "per bambini" anche senza negarsi di mostrare scene inquietanti o proprio spaventose. Facile nominare la mamma di Bambi, la cui morte ha fatto la gioia di due generazioni di psicologi, ma si potrebbero nominare anche alcune scene di Biancaneve che si possono definire solo horror, persino in Dumbo ci sono momenti tutt'altro che tranquillizzanti. Nel corso degli anni la Disney ha in qualche modo normalizzato le proprie proposte, con film sottotono e più tranquillizzanti. Gli anni 70 ed 80 non hanno portato grossi capolavori, fino al Rinascimento Disney iniziato con La Sirenetta, e che ha portato oltre ad una qualità di nuovo eccelsa anche al nuovo all'inserimento di toni più adulti nei film, pur senza arrivare agli eccessi del passato. Il Re Leone è un buon esempio.
Una piccola rivoluzione si è avuta con l'uscita di Shrek, nel 2001. Per la prima volta avevamo un film d'animazione che usciva allo scoperto e diceva chiaramente che la propria ambizione era di piacere sia ai bambini che ai loro genitori (o fratelli maggiori), ma per motivi diversi. Shrek era evidentemente leggibile su due livelli: per i bimbi era una fiaba classica con personaggi divertenti e persino canzoni, per gli adulti praticamente il contrario, una parodia esasperata. Ed il bello era che funzionava perfettamente in entrambi i modi! Il successo di Shrek ha portato a mille cloni... non sempre di qualità eccelsa, per usare un eufemismo. Inserire citazioni adulte, anche ammiccamenti di natura sessuale nei film d'animazione è diventato pratica comune. Ultimamente questo dualismo si è un po' perso, anche perché non c'è più vergogna a proporre un "cartone animato" per un pubblico non di bambini, ma anche perché nella guerra dell'animazione ha trovato sempre più spazio la Pixar, che ha saputo conquistare il pubblico semplicemente proponendo storie meravigliose con messaggi forti, che non avevano bisogno di allusioni o strizzatine d'occhio per conquistare gli adulti. Wall-E, Up, Toy Story parlano agli adulti ed ai bambini con la stessa lingua. E negli ultimi anni la maggior parte delle proposte d'animazione di maggior successo, anche di altre case produttrici, ha battuto la stessa strada. Penso a Dragon Trainer, Kung Fu Panda, Piovono Polpette...
The Lego Movie prova ad inserirsi in questo stesso filone, e forse all'inizio persino a dire qualcosa di più. La storia di Emmett, semplice personaggio Lego senza nulla di speciale che sembra destinato dalla profezia a divenire invece il più importante di tutti i mondi, ha un inizio folgorante. La sua vita è soddisfacente, felice, allegra... dannatamente vuota. E' l'uomo comune per eccellenza, e la ribellione a questo suo status di uomo medio pare essere davvero impossibile, inimmaginabile persino. Tanto che quando avviene la presa d'atto dello stato di disperazione è una vera e propria rivoluzione. L'immaginazione al trionfo, potremmo dire, l'esaltazione dell'anarchia, del pensiero laterale, ma addirittura la condanna delle regole, dell'adeguarsi potremmo dire. E' quasi incredibile che questo film sia nato invece come pubblicità per i set di costruzioni più famosi del mondo, quelli che (almeno in teoria) richiederebbero di seguire alla lettera le istruzioni di montaggio per ottenere il risultato voluto, uguale alla figura sulla scatola.
Il viaggio nel mondo delle Lego è reso ancor più spettacolare da un'animazione in stop motion pazientemente costruita utilizzando solo pezzi e set realmente esistenti, e animata ed umanizzata (in special modo nei volti) digitalmente. L'effetto è di grandissima qualità e serve ad immergere lo spettatore ancor più nella visione. Si vede benissimo, infatti, che i protagonisti sono dei veri giocattoli di plastica, e tutto questo rappresenta un valore aggiunto per la pellicola.
The Lego Movie cambia lentamente e nella seconda parte è "solo" un divertentissimo film d'azione animato, che ci mostra praticamente tutti i set di Lego più famosi ma che mantiene dritta la propria barra, fino ad un colpo di scena finale ben congegnato ma pur sempre piuttosto classico. E parzialmente devo dire che l'assunto iniziale del film viene quasi ribaltato, cosa che mi ha lasciato piuttosto stupito. Se devo guardare il film con l'occhio del critico smaliziato gli do una sufficienza più che piena ma anche la classica tirata d'orecchie del "è bravo ma potrebbe fare di più". Se lo guardo invece con l'occhio del bambino l'unico commento che posso fare è E' MERAVIGLIOSOOOOOO!!!!
E se faranno davvero il sequel con i Duplo adorerò il mondo Lego ancora di più.
Voto: ****
Molto, molto carino davvero.
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